Una sinfonia agrodolce, un inno che risuona per l’eternità. Canzone pop che entra di diritto nella storia della musica contemporanea; i ripetuti passaggi televisivi e radiofonici fissano i The Verve e Bitter Sweet Symphony tra le storie più significative, rilevanti del decennio 90s. Il testo malinconico, intenso, il controverso riff d’archi campionati da un pezzo orchestrale anni sessanta dei Rolling Stones che dona un appeal sognante al brano e le fortune del videoclip, quasi iconico, famoso soprattutto per la strafottente passeggiata urbana di Richard Ashcroft, rendono questa hit un successo clamoroso, eclatante, i titoli di coda che scorrono dopo il boom britpop

La band di Wigan anticipa l’uscita del terzo album in programma, Urban Hymns e una nuova fase per il mainstream inglese piazzando un crack che li porta alla seconda posizione nelle chart inglesi ma che non risparmia ai Verve una dispendiosa battaglia legale per le royalties con il manager degli Stones Allen Klein e di conseguenza il duo Mick Jagger & Keith Richards.

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