Ultra, il disco della riabilitazione, della redenzione per i Depeche Mode.

La band conta i danni post-celebrita’, dopo aver toccato l’apice gli strascichi del Devotional Tour stanno mandando in frantumi il progetto. Alan Wilder fuori dalla partita, Dave Gahan in piena rehab dopo aver sfiorato piu’e più volte la morte, una delle quali l’ha addirittura accarezzata per qualche minuto a causa della sempre più devastante tossicodipendenza, insieme al grave alcolismo di Martin Gore stanno minando l’esistenza stessa del gruppo. Serve una forte presa di coscienza, un cambio deciso per svoltare e rinascere

Ultra è questo, la resurrezione, la dimostrazione di quanto la band può ancora dire, creare con coerenza e assoluta maestria. La prima metà del nuovo album è classificabile come masterpiece e la seconda è comunque un promettente nuovo inizio. Il sound sposa perfettamente il periodo di rock alternativo, è oscuro, senza dubbio influenzato dai loro contemporanei, ma il talento puro dei DM traspare e rende questo album magico.
I Depeche Mode di Ultra appaiono nella loro forma più sobria e maestosa, Home, It’s No Good, Useless, trittico di singoli da paura nella tracklist. Poi c’è anche Barrel Of A Gun, primo estratto per introdurre al nuovo materiale registrato. Il resto dell’album si mantiene su un livello costante di buona qualità. 
Ultra è salvezza, risana i Depeche Mode, li strappa alla morte artistica e non solo, apre le pagine più buie in carriera e le dona al mondo, mettendo in mostra l’orrore fisico, psicologico, la depressione causate da dipendenze ed eccessi. La loro ultima possibilità si trasforma in una pasqua, un passaggio oltre, una forma di libertà dalla schiavitù dipesa da droghe e alcool, un punto di confronto con successo e fama

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