“Calano i Colli” di Daniele Faraotti è un brano che mescola metafora personale e critiche alla società moderna. Ispirata da una frase di Wells su come il collo si rilassi con l’età, la canzone riflette sulle soluzioni preconfezionate offerte dalla società, spesso a un costo. Musicalmente, con ritmo fluido e richiami ai classici italiani, invita alla riflessione sulle sfide della vita contemporanea.

 

Daniele, “Calano i Colli” è un brano molto intrigante, sia dal punto di vista musicale che testuale. Potresti spiegarci cosa ti ha ispirato a scrivere questa canzone?

 

Scrivo prima la musica, il testo arriva in un secondo momento. L’ispirazione non ti so dire da dove arrivi. Forse da quel “sacco” pieno, che tante volte ho avuto modo

di citare.  Quel sacco che, riempito per quarant’anni, nei successivi trenta qualcosa dovrebbe restituire, così riferisce ed auspica Schopenauer. Il caso invece ha fornito l’argomento per il testo della canzone. Stavo leggendo un libro/intervista ad Orson Welles, ed ecco la risposta di Orson carica di doppi sensi e metafore.

 

Qual è stata la tua principale fonte di ispirazione durante la creazione di “Calano i Colli”? Ci sono stati altri artisti o eventi che hanno influenzato il tuo lavoro su questo brano?

 

Dovessi citare tutti gli artisti che in qualche modo mi hanno influenzato starei qui fino a domani. Stanno tutti dentro quel SACCO che evidentemente la coscienza schakera a suo piacimento.

 

Parlando del videoclip, come è nata l’idea di rappresentare lo sfiorire della bellezza e il trascorrere del tempo attraverso l’immagine del collo che si accorcia e si allunga?

 

Welles, nella risposta di cui sopra, evidenzia che il tempo si sta portando via il suo collo centimetro per centimetro. Anche Elisabeth Taylor sembra subire la stessa sorte, la bella Elisabeth che certo ai tempi della lavorazione

della Porta Proibita, film di Stevenson che li vedeva coprotagonisti, non vantava certo simili perdite.  Lo scorrere del tempo ti accorcia il collo, l’ambizione rimane ma la bellezza sfiorisce. Che la società poi il collo te lo tiri fin da che tu bambino, la coda della canzone ribadisce in tal senso: chi ci tira il collo sempre ci sarà; che sia semplicemente un fisioterapista, questo è tutto da dimostrare.

 

Oltre alla musica, hai altri interessi artistici o creativi che influenzano il tuo lavoro?

 

Il Cinema! Quello dei grandi registi. Welles, Truffaut, Fellini, Renoir, Coppola, Frank Perry e tanti altri. Poi la letteratura e la pittura. In questi ultimi anni grazie a YT anche la filosofia e il mito. In rete puoi trovare bellissime lezioni di Carlo Sini, Maurizio Bettini, Roberto Calasso e altri.

 

Infine, cosa possiamo aspettarci dal tuo prossimo album, considerando che “Calano i Colli” è il primo dei due singoli che lo precedono?

 

Calano i Colli e Grazia (il singolo di prossima pubblicazione), non fanno parte del nuovo album. Non escludo di inserirli come bonus track nella versione cd.

Cosa aspettarsi dall’album?  E’ difficile rispondere – aspettatevi un capolavoro (grassa risata ).

Faccio fatica ad essere obiettivo. Finisco per ascoltare le canzoni una quantità esagerata di volte che l’obiettività era smarrita. Arrivo che praticamente ne ho la nausea.

Spero che le canzoni risultino sorprendenti, che inducano al ri-ascolto, che incuriosiscano, che stimolino un nutrito numero di Fans a strapparsi vesti e capelli per il sottoscritto.Vabbè, trovo quest’ultima eventualità assai improbabile, diciamo che è un modo nemmeno troppo indiretto per omaggiare  gli immortali ed amatissimi Beatles.

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