Il catartico mondo dei Tears For Fears nel debutto The Hurting, una miscela di synth che incontra tematiche cupe, dark. Un gioiello eighties, la dicotomia di colpi di scena che alimenta un susseguirsi di emozioni, suggestioni, lampi di beatitudine in antitesi con l’apatia, la depressione, un’opera che manifesta tutti questi sentimenti in meno di tre quarti d’ora, dieci pezzi e la genialità artistica di Roland Orzabal e Curt Smith.


Il disco vive di momenti alienanti, altri agrodolci, una terapia d’urto primordiale che definisce un riferimento per il pop a seguire, la dark wave. Impressiona soprattutto la capacità di riproporsi in testa, ascolto dopo ascolto, un’esordio di assoluto successo che si pone come opera senza tempo. Ogni canzone è una manifestazione esuberante di raffinatezza e bellezza, una ribollente espressione d’atmosfere oscure, angoscianti e minuziosamente elaborate. The Hurting è un’esperienza auditiva veramente introspettiva, affascinante e il punto iniziale di una delle saghe più interessanti e originali della new wave inglese.


Tears For Fears impongono un cambiamento all’industria musicale nel bel mezzo di un decennio altalenante, contraddittorio, influenzano con la loro brillantezza quel pazzo, pazzo mondo

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