“Jesus Christ been here and gone..” questa è la strofa che riassume e dipinge fedelmente le incredibili vicende musicali e non di Mark William Lanegan, cavaliere oscuro di Ellensburg, piccola cittadina di contadini e allevatori situata nel N.O. degli Stati Uniti, stato di Washington, non molto distante da Seattle. La recente scomparsa di Lanegan permette, con profonda tristezza, rispetto e quel senso di appartenenza che anima gli ascolti di una generazione legata ad una scena martoriata da perdite, di ripercorrere la carriera, riassaporare i lasciti di Mark, autore e cantante quasi per caso, un destino da frontman scorbutico e spesso solitario affrontato per fuggire dalla realtà di una comunità mai sopportata.

Dopo un’adolescenza davvero complicata, vari tentativi di spingersi oltre le strade di Ellensburg ( Lanegan definisce gli abitanti della stessa senza mezze misure “cafoni bianchi e fascisti ignoranti”) è l’amore per la musica e gli eccessi a spingere, convincere Mark il teppistello ribelle a intraprendere un cammino artistico dai mille risvolti e alterne fortune, un percorso che tra pesanti cadute e difficili risalite solca attraverso tracce indelebili un lungo periodo dell’underground americana. La sua scrittura ma soprattutto quella voce inconfondibile, tossica, unica e penetrante restano e resteranno tra i passaggi fondamentali della musica rock a cavallo dei millenni. La sopra citata frase d’apertura di Pendulum, brano tratto da Whiskey For The Holy Ghost (1994), secondo meraviglioso capitolo solista del cantautore, presenta il conto mettendoci nelle condizioni di raccontare un pre e un post Whiskey For… Gesù è forse passato da Ellensburg donando talento, diverse chance a Mark salvo poi andarsene abbandonando l’irrequieto autore, votato all’autodistruzione, in lotta con tutto e tutti, demoni, dipendenze e un carattere difficile se non impossibile. Continua

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