Ad Evanston, Illinois il 23 dicembre 1964 nasce Edward Louis Severson III Aka Eddie Vedder, voce e leader dell’ultima grande rock band rimasta in piedi, integra tra le macerie del Seattlesound.
Ci vorrebbero ore di scritti per rileggere, raccogliere le emozioni e le tante meravigliose sensazioni che Eddie ha regalato alla mia generazione durante la carriera con i PJ e più di recente come solista, nuova esperienza esplosa soprattutto dopo la pubblicazione della celeberrima Soundtrack di Into The Wild; un’esperienza quella di un disco solo nuova che per il cantante diventa ben presto totalizzante grazie alla scelta di sperimentale creare un contatto immaginario tra suoni, parole, luoghi e sentimenti presenti nelle vicende narrate nel film. Vedder trascende la musica, da forma ai sogni, alle speranze di un ragazzo in fuga dal consumismo, stufo di inganni e manie materiali imposte dalla società malata.
Eddie ha spesso rappresentato un’uomo solo al comando, un gigante del rock&roll, qualcosa che forse non si era mai visto in certe proporzioni e follie sul palco, dominatore senza la minima incertezza che non ha mai tremato di fronte alle responsabilità. Una voce divina, a tratti commovente, icona della rivoluzione culturale partita da Seattle pur essendoci arrivato in corsa quasi fortuitamente. Ha debuttato sulla scena locale con Hunger Strike (Temple Of The Dog) e fin da subito è sembrato non aver vissuto in altro posto che non fosse la città di smeraldo.
Eddie e i Pearl Jam, una trionfale cavalcata fatta di mille difficoltà, tanti successi, momenti di tensione e silenzi con unico scopo, amare ed essere amati e l’unica certezza che tra noi e lui non finirà mai, grazie Eddie
Follow the wayward mile
Follow the distant high Follow the strangest tribe..
di Gianluca Crugnola
Un grande personaggio della musica mondiale
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