Salvo Alfieri intervista Barry Mad
-Barry, sei un artista davvero eccezionale che adoro tantissimo, non
saprei da dove iniziare..ma per prassi inizio chiedendoti come ti sei
avvicinato alla musica.
-Mi sono avvicinato alla musica da adolescente. Avevo 15 anni quando ho scoperto il
rap, era un genere che in quel periodo mi faceva sentire speciale, potevo far uscire
una parte di me fuori dal comune in una realtà provinciale, però fin dai primi anni
sentivo che quella musica era mia in parte così ho distrutto a mano a mano ogni
consapevolezza. Non mi è mai piaciuto appartenere a delle regole fisse, motivo per
cui appena ho potuto ho cercato stimoli ed influenze musicali diverse. Amo il
cantautorato, l’elettronica, il rock e la Wave Brit. Ho sempre avuto questa cosa di
non sopportare di pensarmi vicino a troppe persone che fanno la mia stessa musica,
se iniziassi oggi non farei sicuramente rap per come sono fatto c’è una saturazione
totale di questo genere molti sono fatti per stare nel gioco io penso che vorrei creare
il mio gioco, questo non significa che sarò un futuro Saw (hahah).
-Ok visto che hai tante, anzi, tantissime influenze ti chiedo come
definisci la tua musica?
– La mia musica non la definisco ma la ridefinisco ogni giorno, è tutto molto instabile
e mi piace così. Penso che bisogna perdere l’equilibrio per scrivere di come rialzarsi e
io spesso distruggo tutto quando è nitido, per scelta, motivo per cui mi trovo così
“solo in compagnia “.
-Artisti preferiti o che ascolti ultimamente?
-Il mio artista preferito è Dargen D’Amico però diciamo che da quando ho iniziato ho
sempre mantenuto una curiosità viva su moltissimi generi. Non sono mai stato un
fan modello soprattutto oggi che nella musica se fai il modello hai fan
..a parte i giochi di parole questo era per dire che ho delle persone che mi ispirano e mi hanno ispirato e non per forza dal mondo musicale cerco di prendere ispirazione un po’ da tutto e sempre ma comunque artisti in particolare no, sono sempre stato molto
premuroso nel preservare meno influenze possibili nel lavoro.. poi gli ascolti è una
storia diversa ultimamente mi piacciono moltissimo i Fast Animals and Slow Kids
-Mi parli brevemente della scelta del titolo dell’EP, delle contaminazioni
sonore e dei temi trattati nei testi?
-Ho scelto Barry a pezzi perché, oltre ad essere un fan di Woody Allen, il titolo volevo
rappresentasse una sorta di collage personale della mia vita, i pezzi in questione
posso essere intesi come brani ma anche come pezzi di me, della mia storia dentro
un disco, infatti quest’EP è uno dei lavori più intimi che ho fatto fino ad oggi. Mi
piace chiamarla”metamorfosi personale”, ne avevo bisogno, avevo bisogno di questo
cerchio di fuoco momentaneo. I temi affrontati seguono un viaggio intento ed
esterno di come ultimamente vedo e vivo questa società, ci sono episodi personali e
situazioni dove sono regista di storie che ho scattato in giro attraverso le persone e
questo disco è la prima lettera con la mia firma. Ho aggiunto la “B” perché devi
avere sempre un piano B, l’ho sempre pensata così. Poi come contaminazioni ce ne
sono parecchie, dai Black Keys al brit Pop, blues, grunge, rap e chiavi riadattate a
questo nuovo vestito. Però di base posso dirti che questo non è che il primo passo, c’è
ancora molto da lavorare su di me però aver trovato il coraggio di rompere alcune
certezze per me conta molto, è solo mettendo vestiti che non sapevi di avere che
capisci se la tua musica ha le carte in regola per sfilare in mezzo a questo red carpet
Diem.
-Sono curioso di chiederti una cosa, visto che metti tutto te stesso nella
musica, in arte, in generale c’ e’ qualcosa che ti spaventa nel mettere
tutto te stesso?
-Hai fatto una bella domanda. Devi sapere che ho iniziato a fare musica a scrivere
per sopprimere l’autocritica interna, quella lama della morale che taglia pensieri e
sogni, specie se vieni dalla provincia. Io sono il più grande nemico dj me stesso so
come farmi fuori ma con la musica tolgo qualche proiettile di nascosto. Penso che la
paura è di pari passo alla consapevolezza. Ho sempre usato la fragilità come punto
di forza, quindi per risponderti , si, ho paura ma non ne posso fare a meno ..è il bello
del gioco.
-Prometto che questa è l’ultima, hahaha un pezzo con me quando?
-Quando vuoi! Questa fase oltre che di rottura è anche di libertà quindi più collaboro
meglio sto, e poi penso che per vicinanza di mondi verrebbe fuori qualcosa di
interessante.
Barry ha tante personalità, una differente dall’altra, seguilo per scoprirle tutte ..
grande blog: complimentisissimi !!!!!!!!!!!!!!!!!
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