Seattle a metà del decennio nineties è un viavai di discografici in panico, produttori e più in generale addetti dell’establishment musicale che dopo la prematura scomparsa di Kurt Cobain non credono più nella scena cittadina e lasciando terra bruciata alle spalle si dileguano tanto velocemente da sembrar quasi passati solo per caso. Il Puget Sound non ha più le luci della ribalta puntate sulle sue coste ma non per questo manca del solito fascino creativo, la militanza di tanti musicisti resta immutata con o senza fama e diversi progetti paralleli, supergruppi prendono forma all’ombra delle grandi band che ce l’hanno fatta prima della caduta nell’anonimato di tutta una rivolta culturale.

La comunità ha la passione e l’attitudine di sempre e tra i tanti che invece non ce l’hanno fatta, tanti che hanno visto passare il successo senza coglierne i frutti proibiti ci sono il bassista cofondatore dei Soundgarden Hiro Yamamoto, Mark Pickerel ex batterista Screaming Trees e il cantante Robert Roth ovvero i Truly. Due Ep alle spalle prima del disco full-length d’esordio, Fast Stories…from Kid Coma.

Per il trio un viaggio sonoro psichedelico che decreta il canto del cigno musicale per la città della pioggia, un capolavoro che esce al tramonto candidandosi quale disco dell’anno di genere. Semplicemente maestoso, enorme, sognante, un cult accolto dalla critica con favore, nonostante per sua sfortuna arrivi appena dopo l’ondata alternativa sbocciata in città. Tredici tracce ambiziose che si distanziano dal sound seattleite, forti sezioni oniriche, contrasti, cori, passaggi ambientali, trame morbide sotto un discreto numero di distorsioni stratificate. Hard rock psichedelico oscuro per tutti i 71 minuti di questa esperienza unica.

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